Che la peer review, così come la conosciamo da decenni, abbia un qualche problema in questi ultimi tempi è cosa ormai chiara a tutti. Al di là delle cattive pratiche anche sottolineate in queste pagine (ad esempio reviewmills, bias, mancata rilevazione di errori palesi, frode scientifica) la peer review, che dovrebbe garantire il rigore scientifico e la robustezza di quanto viene pubblicato, presenta inefficienze (ad esempio la scarsa o nulla portabilità in caso di rifiuto), tempi di revisione troppo lunghi o troppo brevi, la difficoltà a trovare revisori disposti ad investire tempo (all’epoca del publish or perish) per una attività che non trova alcun riconoscimento. Ne parlano Pinfield Zeiler e Waltman in un articolo di recente apparso su The Conversation.
Una alternativa è rappresentata dal modello Publish Review Curate che capovolge il modello tradizionale Review then Publish.
L’articolo su the Conversation presenta una piattaforma (MetaROR MetaResearch Open Review) implementata proprio per realizzare questo modello editoriale.
Come funziona questo modello? Gli autori depositano il proprio lavoro su un server di preprint e poi sottomettono il link del server di preprint a MetaROR. Uno degli editor si occupa di reclutare i reviewer il cui lavoro sarà accessibile a tutti con la possibilità di mantenere anonima la propria identità.
Since articles submitted to MetaROR are already publicly available, peer review can focus on engaging with an article with a view to improving it. Peer review becomes a constructive process, rather than one that valorises gatekeeping.
In questo modello gli autori possono anche decidere di sottomettere il proprio lavoro ad una rivista e per questo sono stati già fatti degli accordi che permettano la portabilità della peer review.
MetaROR si aggiunge ad altre iniziative analoghe, come quella di PCI o quella di eLife, alla ricerca di modelli di validazione della ricerca più efficienti e trasparenti e che permettano di riconoscere il contributo dei revisori al miglioramento della qualità di quanto viene pubblicato.
Sappiamo che iniziative di innovazione come queste sono stigmatizzate dal mainstream e da soggetti commerciali che si ergono a giudici di quali siano modelli di pubblicazione accettabili o meno. Il fatto che nonostante il bando di questi soggetti le iniziative si moltiplichino indica una esigenza seria e urgente da parte delle comunità scientifiche.
Like other publish, review, curate platforms, MetaROR is an experiment. We will need to evaluate it to understand its successes and failures. We hope others will too, so we can learn how best to organise the dissemination and evaluation of scientific research – without, we hope, too many peer-review horror stories.