Shadow Libraries

Si tratta di archivi reperibili on line, non autorizzati e per questo motivo solitamente oscurati o difficilmente accessibili. Conosciuti anche come Black Open Access.

Le biblioteche ombra hanno quale scopo la diffusione di contenuti scientifici, in particolare libri e riviste accademiche, rese liberamente accessibili, anche violandone il copyright. Rispondono alla necessità, sentita in modo sempre più nitido e urgente da istituzioni di ricerca, biblioteche e studiosi, di affrancamento dagli ormai non più sostenibili costi richiesti dagli editori commerciali per accedere ai contributi scientifici.

Il rapporto tra le Shadow Library e l’accademia non è univoco e definito. Nonostante le modalità non legalmente riconosciute, diversi studiosi ne supportano le motivazioni e gli strumenti, nell’ottica di un superamento della situazione attuale e verso un’apertura sempre più diffusa dei contributi scientifici e accademici.

Tra le Shadow Library più conosciute:

Sci-Hub: fondato in Kazakistan da Alexandra Elbakyan nel 2011, in risposta alla crisi provocata dai costi eccessivi dei periodici, consente l’accesso gratuito a milioni di articoli scientifici, aggirandone i diritti d’autore, ove presenti, imposti dagli editori. Non fornisce accesso ai libri.

Il sostegno e il ricorso a Sci-Hub ha dato il via a controversie legali ed ha sollevato questioni di natura etica. Tra le motivazioni di chi sostiene questo strumento c’è il merito di aver democratizzato l’accesso alla conoscenza scientifica, in particolare nei paesi in via di sviluppo, dove le istituzioni non hanno sufficienti fondi per sostenere i costi degli abbonamenti alle riviste di editori commerciali. Tra i detrattori è criticato in quanto viola i diritti d’autore, mettendo così in crisi il modello editoriale a pagamento fino ad ora più diffuso. Ha avuto un forte impatto nel mondo accademico, permettendo soprattutto a giovani ricercatori, studenti e studiosi a vario titolo, di accedere a una quantità di contributi scientifici altrimenti inaccessibili.

Questo aspetto porta con sé la potenziale accelerazione del progresso scientifico, tuttavia vi sono dei rischi da considerare, interessi dell’editoria accademica commerciale a parte, legati alla sicurezza e alla privacy degli utenti.

Lib-Gen (Library Genesis): portale online basato sul file-sharing, offre accesso gratuito a milioni di ebook, articoli e file pdf in diverse lingue, tutte risorse normalmente a pagamento o non digitalizzate altrove. Rispetto a Sci-Hub è maggiormente orientato verso la condivisione di e-book, sia scientifici che di narrativa e saggistica. Compatibile con qualsiasi dispositivo, anche proprietario, mette a disposizione i formati più diffusi, come epub, djvu, pdf e mobi.

Nel 2015 è stato coinvolto in una controversia legale dall’editore Elsevier, che l’ha accusato di fornire accesso gratuito a suoi contenuti altrimenti a pagamento. Vi sono però anche sostenitori che evidenziano come alcuni editori traggano ingiustamente vantaggio da ricerche finanziate con fondi pubblici e portate avanti da ricercatori di università statali, riconoscendo dunque a LibGen il merito di contribuire alla diffusione di ricerche che dovrebbero essere disponibili gratuitamente.

LibGen risulta registrato sia in Russia che ad Amsterdam, rendendo difficile stabilire quale legislazione si debba applicare. Vi sono stati diversi tentativi di bloccare il sito, tutti efficacemente aggirati. Dal 2015, a seguito della decisione di un tribunale di New York, LibGen non può più usare il nome del dominio per cui è diventato famoso (libgen.org). Questo divieto non ha tuttavia impedito al sito di restare sempre accessibile ricorrendo a domini alternativi.

Per approfondimenti:

Bodó, Balázs, Pirates in the Library – An Inquiry into the Guerilla Open Access Movement (July 6, 2016). Paper prepared for the 8th Annual Workshop of the International Society for the History and Theory of Intellectual Property, CREATe, University of Glasgow, UK, July 6-8, 2016., Available at SSRN: https://ssrn.com/abstract=2816925 or http://dx.doi.org/10.2139/ssrn.2816925