Un post apparso di recente sul blog Leiden Madtrics, riporta di una iniziativa svoltasi di recente in Olanda in cui tutte le università olandesi si sono riunite per discutere di un tema molto importante: il monitoraggio delle attività di scienza aperta.
L’idea era quella di fare emergere una serie di pratiche di analisi e raccolta dati in atto nelle diverse università, in accordo con quanto già previsto dalle Raccomandazioni Unesco sulla Scienza aperta e dalla Open science Monitoring Initiative. Questo perché è importante verificare gli esiti della implementazione delle politiche, sia di quelle istituzionali che di quelle nazionali.
E in effetti l’Olanda, che ha compreso l’importanza della scienza aperta come modalità di pratica della scienza, ha anche creato un centro di coordinamento di queste attività.
Open Science NL is the national programme that aims to promote and accelerate the transition to open science in the Netherlands. It does so through dedicated funding, empowering communities and by supporting capacity building and infrastructure
Alcuni elementi che sono emersi da questo incontro delle università olandesi potrebbero essere utili anche in altri contesti.
In particolare appare chiaro come non ci sia un modello unico di rendicontazione, perché il numero di attività comprese varia notevolmente da istituzione a istituzione. Aree comuni sono l’accesso aperto e i dati FAIR, ma le altre dimensioni (oer, open software, trials clinici, open code ecc.) sono state diversamente implementate nelle diverse istituzioni.
Tuttavia, come ben sottolinea il post, perché ci sia qualcosa da misurare è necessario un cambiamento culturale, ancora non completamente realizzato persino in Paesi che tanto hanno investito nella scienza aperta.
La situazione italiana è molto diversa da quella olandese, o francese ad esempio, dove il Ministero dell’università monitora le iniziative di open science e fornisce a ciascuna università lo stesso strumento di monitoraggio.
Abbiamo in effetti un Piano nazionale sulla scienza aperta, nato già vecchio, a cui però non sono mai seguite azioni di implementazione, sostegno, monitoraggio o finanziamento.
E quindi in Italia non abbiamo dati sulla scienza aperta e sulle implementazione delle politiche locali. Certamente le istituzioni hanno cominciato a raccogliere i dati, alcune istituzioni (7) forniscono i dati sulla spesa per open access ad OpenAPC, alcune istituzioni pubblicano una relazione sulle attività di Open science.
Un gruppo di Atenei ha cominciato ad incontrarsi definendo uno schema di monitoraggio comune per la rilevazione delle attività di scienza aperta, ma sarà anche interessante vedere gli esiti dei gruppi di lavoro della Open science Monitoring Initiative che proprio in questi giorni hanno cominciato a riunirsi. Agganciarsi alla discussione internazionale appare necessario e urgente per non rimanere indietro e per un confronto che ci permetta di fare crescere la consapevolezza a livello nazionale e istituzionale.