Cause e conseguenze della pressione per pubblicare sono ormai ben note alle comunità scientifiche e percepite come un problema per la comunicazione scientifica. Il sistema è in crisi e riesce a fatica a giustificare l’elevatissimo numero di retractions o expressions of concern, anche se qualcuno sostiene che le retractions dovrebbero avere carattere correttivo delle ricerche e non punitivo dei ricercatori.
In un articolo pubblicato su FEBS network e dal titolo Beyond the journal: The future of scientific publishing Rob Johnson di Research consulting si interroga su quali possano essere le linee di sviluppo di una riforma della comunicazione scientifica. La proposta di Brembs et al di sostituire il sistema attuale e proprietario con un ecosistema di infrastrutture pubbliche interconnesse non sembra realizzabile nell’immediato futuro (a differenza di Johnson penso che i maggiori ostacoli siano di resistenza delle comunità scientifiche più che tecnologici o economici).
Ecco allora i modelli considerati:
Piattaforme di pubblicazione gestite dai finanziatori della ricerca (si pensi a Open research Europe o Wellcome open o a Gates open research )
Un sistema Publish Review Curate in cui le diverse funzioni editoriali vengono gestite con un ordine diverso e il processo di comunicazione di una ricerca parte dalla pubblicazione di un preprint (si pensi al modello di elife, ma anche a PCI).
Un sistema editoriale destrutturato (deconstructed publishing) che permetta di pubblicare parti della ricerca, non nel senso di salami slicing, ma che veda condivise e riconosciute attività di solito non comunicate ( si pensi alla pubblicazione dei protocolli o alla preregistrazione o alla tipologie di pubblicazione previste dalla piattaforma Octopus)
Secondo Johnson tutte queste modalità sono valide, ma nessuna prevarrà o potrà sostituire la rivista scientifica come valuta necessaria per assicurarsi finanziamenti o avanzamenti di carriera (il problema è sociale non tecnologico, tutte gli strumenti sono a disposizione). Questo sembra essere anche il risultato del questionario distribuito in merito alla proposta di cOAlitionS Towards responsible publishing
Un ulteriore elemento da tenere in considerazione è quello delle economie emergenti e le ambizioni ad esempio della Cina di creare sedi editoriali prestigiose e leader nelle diverse discipline che attirino autori e lettori internazionali. Un tassello di un puzzle sempre più complesso che non dobbiamo sottovalutare.