Il vicolo cieco dei contratti trasformativi: un ulteriore contributo dalla Germania

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Gli articoli e i contributi sul fallimento dei contratti trasformativi rispetto alla prospettiva di una trasformazione dell’editoria ibrida commerciale in editoria gold open access si moltiplicano. Si tratta di una lunga bibliografia che va dal report del consorzio inglese che si occupa della contrattazione con gli editori ad articoli molto critici su questo modello ai report annuali di CoalitionS che dalla fine del 2024 non supporta più la pubblicazione in riviste trasformative.

Fra le definizioni critiche rispetto a questo modello di business abbiamo Blind Alley, Sackgasse, Trapped in transformative agreements ecc. L’ultimo articolo, in tedesco, è quello di B. Mittermeier, membro del consorzio tedesco DEAL.

E’ innegabile che gli accordi trasformativi abbiano condotto ad un aumento di lavori ad accesso aperto (e del resto come potrebbe essere diverso, li abbiamo pagati), anche se nella analisi dell’autore che prende in considerazione soprattutto i dati di Wiley e Springer, si rileva una flessione nel 2023.

Per l’editore Wiley la flessione dipende certamente della dismissione del pacchetto Hindawi (una acquisizione del tutto incomprensibile che l’editore ha pagato davvero un prezzo elevatissimo anche in prestigio), per Springer la diminuzione può dipendere dai problemi legati alle numerose retractions.

C’è stato in effetti per questi due editori un passaggio dal modello ibrido al modello gold open access, ma risibile rispetto agli obiettivi fissati dei contratti trasformativi (una trasformazione dell’intero pacchetto di riviste o almeno della maggior parte di esse).

L’autore, sulla scia dei calcoli fatti dal JICS fa una ipotesi sul raggiungimento della trasformazione sulla base del numero dei titoli in ciascun pacchetto e del numero di riviste che ogni anno si trasformano, ed arriva a quota 150.

Fra 150 anni i due pacchetti Springer e Wiley saranno trasmigrati al modello gold open access.

Una proiezione che mal si adegua alla definizione di contratto trasformativo riportata su ESAC (il registro internazionale dei contratti trasformativi)

Transformative agreements are temporary and transitional

Alla domanda su una possibile tempistica per il passaggio al modello di business gold open access, posta dall’autore alle tre maggiori case editrici: Wiley, Elsevier, Springer, gli editori hanno risposto in modo vago, senza fissare o almeno provare a definire alcun tipo di scadenza.

Alcuni elementi di riflessione utili a questo punto sono la evidenza (anzi ormai le evidenze) che i contratti trasformativi non trasformano nulla, per cui sarebbe utile ritornare al motivo per cui sono nati (favorire un passaggio al modello gold open access) e capire se effettivamente questo è lo strumento che si intende usare e per quanto a lungo questo strumento sia sostenibile.

L’altro elemento di riflessione è rappresentato dalle alternative al modello degli accordi trasformativi.

Una alternativa suggerita è quella di S2O (subscribe to open) che sembra aver dato in molti casi e con molti editori risultati soddisfacenti.

L’altra alternativa è quella del diamond open access. Questa strada non rappresenta però di fatto una alternativa agli accordi trasformativi bensì al modello della editoria scientifica commerciale, poiché si basa su infrastrutture aperte gestite dalle comunità scientifiche.

Nel finale dell’articolo Mittermeier racconta il contesto in cui il diamond open access sta evolvendo:

Action Plan for Diamond Open Access

“, die Aktivitäten der cOAlition S zu Diamond Open Access, die vom Rat der Europäischen Union angenommene Ratsschlussfolgerung „High-quality, transparent, open, trustworthy and equitable scholarly publishing“, die EU-Projekte DIAMAS und CRAFT-OA, […]die geplante Servicestelle der Deutschen Forschungsgemeinschaft zur Stärkung der Diamond-Open-Access-Landschaft in Deutschland, sowie die Forderungen im Helmholtz-Memorandum.

Un contesto che sembra rappresentare una possibilità di uscita dal vicolo cieco in cui le istituzioni sono finite.