La peer review (quale che sia la forma) dovrebbe essere ancor oggi quel processo che certifica la qualità di una ricerca, la robustezza del metodo, la attendibilità dei risultati.
Della peer review si è sempre sottolineato il fatto che essendo condotta da altri ricercatori può essere soggetta a bias indipendenti dal contenuto e riferiti al contesto (l’articolo è stato scritto da un gruppo concorrente, antipatie, conflitti ecc.); della peer review si è anche detto che è costosa e prevede spesso tempi lunghi, che qualche volta può essere condotta in maniera frettolosa e alcune criticità possono non essere colte dai revisori.
Negli ultimi tempi (purtroppo non recentissimi) è emerso un ulteriore tema legato alla peer review che è quella dei review mills. Si tratta di revisioni condotte da singoli o gruppi di ricercatori che si ripetono quasi parola per parola indipendentemente dal tema della ricerca oggetto di revisione. Spesso i reviewer suggeriscono anche l’inserimento di citazioni che guarda caso di riferiscono a lavori dei reviewer stessi.
Una ricercatrice dell’università di Siviglia, M.Angeles Oviedo Garcìa, ha analizzatocon attenzione i report di revisione di alcune riviste (nel 98% dei casi dell’editore MDPI) a partire dal 2021, l’analisi è stata facilitata dal fatto che MDPI, se autore e revisore sono d’accordo, pubblica i report di revisione.
I contenuti delle review sono estremamente generici e si ripetono in moltissimi casi uno uguale all’altro senza entrare mai nel merito della ricerca, per cui le stesse frasi vanno bene per medicina o per fisica o per biologia molecolare.
Ma qual è la motivazione per cui un review miller opera in questo modo? Da un lato, dice la Garcìa Oviedo, essere revisore di un numero consistente di articoli crea curriculum ed è segno di prestigio, dall’altro per ricercatori che non hanno fondi a disposizione il fatto che le revisioni siano ricompensate con dei voucher porta i ricercatori di istituzioni o paesi incui non ci sono fondi per pubblicare disponibili a intraprendere questa strada. Inoltre una motivazione forte sembra essere la possibilità di vedere aumentate le citazioni ai propri lavori in un contesto in cui le citazioni e gli indicatori collegati rappresentano la possibilità di avanzamento di carriera, di ottenimento di un finanziamento ecc.
Come si potrebbe contenere il problema? Certamente attraverso una particolare attenzione dell’editor e del journal a questo fenomeno, in primo luogo attraverso una quantificazione del fenomeno e poi attraverso la estromissione dalle attività di revisione dei review miller.