Un breve articolo su The conversation cerca di fare il punto su un tema attuale e molto rilevante: Fake academic papers are on the rise: why they’re a danger and how to stop them. Nel’articolo si cerca di fare il punto sulla situazione della comunicazione scientifica a partire dagli effetti non voluti di alcune politiche.
Si parte da una vicenda storica, e dalla misura introdotta nel 1800 dai coloni britannici in India che per ridurre il numero dei cobra pericolosi per la vita delle persone e per i commerci decidono di pagare una ricompensa per ogni cobra morto. Il risultato fu un aumento del numero dei cobra che venivano allevati per essere poi uccisi per ottenere la ricompensa.
Ai nostri giorni la reazione non voluta alle richieste di open access da parte dei finanziatori della ricerca è stata analogamente la creazione di paper mills così definiti: The process by which manufactured manuscripts are submitted to a journal for a fee on behalf of researchers with the purpose of providing an easy publication for them, or to offer authorship for sale
Il fenomeno è molto esteso e nonostante l’impegno di alcuni ricercatori che si sono dedicati alla individuazione delle frodi scientifiche è ormai molto radicato e diffuso.The website of one such company based in Latvia advertises the publication of more than 12,650 articles since its launch in 2012. In an analysis of just two journals jointly conducted by the Committee on Publications Ethics and the International Association of Scientific, Technical and Medical Publishers, more than half of the 3440 article submissions over a two-year period were found to be fake.
It is estimated that all journals, irrespective of discipline, experience a steeply rising number of fake paper submissions. Currently the rate is about 2%. That may sound small. But, given the large and growing amount of scholarly publications it means that a lot of fake papers are published. Each of these can seriously damage patients, society or nature when applied in practice.
Una delle soluzioni individuate dagli autori è quella di introdurre con maggiore decisione le pratiche raccolte sotto la definizioe di Open science:
Practices under the umbrella of “Open Science” will be pivotal to making the research process more transparent and researchers more accountable. Queste pratiche non andrebbero solo favorite e incoraggiate, ma anche riconosciute in termini di valutazione dei ricercatori: dati FAIR, preregistrazione dei metodi, condivisione di software e codice, open access, open peer review, sono fra le pratiche virtuose che attualmente vengono poco riconosciute ma che sono fondamentali per l’integrità della ricerca.