Il blog Scholarly Kitchen ha di recente pubblicato un guest post su una iniziativa degli editori STM (STM Integrity Hub: A New, Unified Approach to Safeguard Research Integrity) che si propone come soluzione a problemi molto seri quali paper mills, review mills, data manipulation, duplication, plagiarism e in generale tutte quelle azioni che stanno inquinando la letteratura scientifica. Il progetto si propone di mettere a disposizione degli editori una serie di strumenti e di tecnologie che aiutino nella identificazione dei fenomeni sopra elencati: Paper Mill Checker Tool, Duplicate Submission Checker Tool…
Il progetto, che avrà certamente costi alti anche se non vengono citati, è finanziato dai membri della associazione STM, ma è abbastanza facile intuire chi pagherà i costi alla fine.
Sempre Scholarly Kitchen aveva pubblicato in aprile un altro post in cui si sosteneva la impossibilità per le riviste scientifiche di validare fino in fondo una ricerca:
The bottom line is that journals are not equipped with their volunteer editors and reviewers, and non-subject matter expert staff to police the world’s scientific enterprise
e suggeriva una possibile soluzione:
A solution to the problem is for institutions to take responsibility for conducting integrity checks and providing validation to the journals
Si ha l’impressione che si pensi che curando il sintomo i problemi (tanti) di research integrity possano scomparire o attenuarsi. In realtà la causa principale, rappresentata da sistemi di valutazione che premiano la quantità, non viene intaccata dai nuovi sistemi di sorveglianza, per quanto costosi e raffinati.
In questo contesto più che istituire sistemi di polizia interni è fondamentale che le istituzioni formino e informino i propri ricercatori sulle tematiche della research integrity, su cosa è lecito e non lecito fare, sulla necessità di trasparenza e accessibilità per facilitare riproducibilità e replicabilità dei risultati, e che contemporaneamente colgano l’opportunità di rivedere i propri criteri di valutazione secondo gli impegni assunti con la firma di COARA.