A shift towards preprints?

By in

Richard Sever, cofondatore di bioRxiv e medRxiv ha pubblicato un bel post sul blog della London School of economics.

Si raccolgono qui una serie di informazioni e riferimenti importanti rispetto alla nuova politica sui preprint della Bill and Melinda Gates foundation e in relazione al futuro della scholarly communication, al finanziamento dell’oa, ma soprattutto rispetto alla funzione e alla efficacia della peer review così come praticata tradizionalmente.

 Few dispute that articles reporting research findings should ideally be freely accessible to anyone. How exactly to achieve this, in particular how OA should be paid for, has been hotly debated since Steven Harnad’s ‘subversive proposal’ in 1994. 

Da tempo si parla della possibilità che le diverse funzioni editoriali (attualmente saldamente nelle mani degli editori commerciali) possano essere attibuite a infrastrutture (aperte) diverse

Gates have recognised the logic of the approach and follow in the footsteps of organisations like the Chan Zuckerberg Initiative (CZI), the Michael J. Fox Foundation, and Aligning Science Across Parkinson’s (ASAP) that already require grantees to post preprints.

Ci sono studi che dimostrano che la versione pubblicata (peer reviewed) di un preprint non presenta differenze sostanziali rispetto a quella non ancora rivista, né la peer review double blind sembra essere garanzia sufficiente della attendibilità di immagini e dati.

Il discorso su come assicurare la qualità dei contenuti pubblicati è cruciale. Presso alcuni laboratori si sono attivati dei veri e propri percorsi di formazione, sarà quindi interessante capire e seguire quali nuovi modelli di pubblicazione e validazione si imporranno in futuro.