La ricerca in ambito biomedico ha a che fare con la vita delle persone, con il loro benessere e deve quindi poter essere affidabile. Soprattutto quando vengono investiti milioni di euro di fondi pubblici. Soprattutto quando questa ricerca contribuisce allo sviluppo di farmaci che dovrebbero curare certe malattie.
Ci sono ricercatori considerati molto bravi in un determinato ambito disciplinare e che attirano ingenti quantità di fondi e definiscono quindi sulla base di queste enormi disponibilità finanziarie i temi che vengono trattati nel loro ambito di ricerca. Spesso le ricerche svolte da questi stessi ricercatori sono alla base dello sviluppo di farmaci già in uso o in fase di sperimentazione.
Ma cosa succede quando cominciano a sorgere dei sospetti sui risultati pubblicati da questi ricercatori? Quando si comincia a capire che certe immagini sono state modificate per ottenere conferma di una ipotesi? quando le stesse immagini vengono utilizzate in pubblicazioni diverse per sostenere tesi opposte? E come la comunità scientifica o meglio quella degli investigatori della scienza collabora nella individuazione della manipolazione delle immagini?
Abbiamo già visto come nel corso degli anni PubPeer sia diventato un luogo dove le comunità disciplinari e soprattutto alcune figure ormai specializzate nella individuazione della manipolazione delle immagini possono manifestare commenti, dubbi o perplessità rispetto a ricerche già pubblicate, effettuando una sorta di peer review ex post. Anche gli autori dei lavori commentati hanno la possibilità (e anche il dovere) di rispondere ai colleghi soprattutto quando i dubbi sollevati sono gravi e vanno ad inficiare il risultato finale.
Un report apparso su Science magazine (di cui parla anche Andrea Capocci sul Manifesto), pubblicato qualche giorno fa, riporta la notizia di uno dei grandi nomi nell’ambito delle neuroscienze ed in particolare della ricerca sulle malattie neurodegenerative: Eliezer Masliah.
Le pubblicazioni sospette di manipolazione dei dati o di frode sulle oltre 800 prodotte dall’autore sono 132, anche se per ora i NIH hanno dichiarato
falsification and/or fabrication involving re-use and relabel of figure panels
solo in relazione a due pubblicazioni. Nè l’autore né i NIH hanno risposto alle richieste di commenti fatte da Science. Dopo un paio di anni di commenti su PubPeer, un intero dossier sulle pubblicazioni di Masliah è arrivato a Science che ha avviato una propria indagine con esperti dell’ambito disciplinare (11 neuroscienziati).
La presenza di Masliah nelle 132 pubblicazioni sempre in ruoli rilevanti (primo ultimo o corresponding author), rende improbabile pensare che lo studioso non fosse a conoscenza delle immagini utilizzate, spesso le stesse per pubblicazioni diverse a distanza di anni e spesso manipolate.
Le ricerche di Masliah si concentrano in particolare sull’Alzheimer e sul Parkinson e l’autore ha una posizione molto rilevante in questi due ambiti di ricerca sia come numero di pubblicazioni che come numero di citazioni.
Le indagini sulla attività dell’autore e su possibili manipolazioni iniziano nel 2023 dopo alcune segnalazioni su PubPeer a cui l’autore risponde apportando delle correzioni. Segue poi la indagine di Science che viene portata alla attenzione delle comunità disciplinari. Uno degli 11 neuroscienziati che hanno rivisto il dossier dichiara il proprio rammarico nel contribuire ad alimentare la sfiducia nella scienza, tuttavia:
In the interest of transparency and scientific integrity, this sad story has to come out