È possibile una valutazione “responsabile” della ricerca a partire dai principi COARA?

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COARA è stata interpretata da molti come la soluzione di tutti i mali introdotti nella ricerca da una valutazione fortemente improntata sui numeri. Quei numeri che Douglas Arnold chiamava Nefarious e che hanno portato allo sviluppo di comportamenti opportunistici secondo quella che è nota come legge di Goodhart.

Alberto Baccini, in un suo intervento all’incontro organizzato da AISA Avanti piano, quasi indietro: la riforma europea della valutazione della ricerca in Italia ha espresso un parere discordante che troviamo raccontato qui.

La domanda a cui tento di rispondere con la mia relazione è più o meno questa. È possibile una valutazione “responsabile” della ricerca a partire dai principi COARA (https://coara.eu/agreement/the-agreement-full-text/)? La risposta, anticipo la conclusione del mio ragionamento, è no, non è possibile. Per giungere a questo risultato farò due cose principali. La prima è caratterizzare COARA come una forma di “tecnocrazia”, dirò che questa forma di tecnocrazia è perfettamente coerente con una visione utilitarista della ricerca. Proporrò quindi una visione alternativa: l’idea di scienza ben ordinata di Philip Kitcher e mostrerò che la valutazione amministrativa della ricerca, anche quando corretta sulla base di principi di COARA, è in contrasto con i principi della scienza ben ordinata.