Gli effetti della pressione per pubblicare

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Qualche tempo fa un gruppo di ricercatori (Mark A. Hanson, Pablo Gómez Barreiro, Paolo Crosetto, Dan Brockington) ha pubblicato un preprint in Arxiv dal titolo “The strain on scientific publishing” ([2309.15884] The strain on scientific publishing (arxiv.org).

Uno degli autori ha descritto i contenuti dell’articolo qui. L’autore spiega la metodologia e gli indicatori utilizzati per individuare gli editori oggetto di analisi:

il numero di articoli, la quota di articoli apparsi in numeri speciali sul totale, il tasso di rigetto delle riviste, il tempo intercorso tra l’invio alla rivista e l’accettazione dell’articolo, e un nuovo indicatore che chiamiamo “inflazione dell’impatto” che misura quanto l’Impact Factor sia stato gonfiato, in particolare tramite autocitazione.

L’articolo, sottoposto anche ad un editore tradizionale, è stato letto e rilanciato da molti autori e studiosi di editoria scientifica, tanto che tutta la documentazione relativa è stata raccolta in uno spazio ad hoc.

Di recente uno degli editori selezionati per la indagine (Frontiers) ha scritto un commento in cui critica il preprint su scientific strain accusando gli autori di praticare cattiva bibliometria e rimarcando errori di data visualisation, uso selettivo dei dati, risultati non riproducibili, oltre a un atteggiamento di pregiudizio rispetto all’open access.

La risposta è stata immediata e ha smontato pacatamente una a una tutte le critiche e le accuse di Frontiers, dimostrando come la discussione in ambito scientifico, anche con gli editori come controparte, debba svolgersi con altri toni ed altri modi.