Il movimento dell’accesso aperto ha dato vita ad iniziative gold open access che sembravano inizialmente poter tradurre in pratica quei principi di accessibilità, trasparenza, replicabilità e sostenibilità espressi nelle dichiarazioni fondanti (Berlino, Bethesda, Budapest).
Queste iniziative a cui daremo ora un nome (Frontiers, MDPI, Hindawi) sono cresciute nel corso degli anni prima in maniera timida e poi in maniera sempre più veloce (e incontrollata), anche utilizzando il sistema degli special issues o applicando una peer review traballante che non era in grado di garantire veramente la qualità di ciò che veniva pubblicato (valga per tutte l’immagine del topo con i genitali giganti apparsa su Frontiers in Cell and Developmental Biology). Editori che solo nel 2017 erano intorno alla centesima posizione come quantità di articoli pubblicati raggiungono il sesto (Frontiers) e il terzo posto (MDPI) nel 2022.
Anche Hindawi è cresciuto molto in questo periodo, tanto da indurre Wiley ad acquistarlo per 400 milioni di dollari (sappiamo poi come è finita).
Questa crescita incontrollata però ad un certo punto ha trovato uno stop. Nel settembre del 2022 Retaction watch riporta la notizia di 500 retraction di articoli di Hindawi da parte di Wiley. Nel febbraio del 2023 un sito anonimo definisce come predatorie tutte le riviste di MDPI, nel settembre del 2023 un gruppo di ricercatori analizza gli effetti della pressione a pubblicare proprio sullo sviluppo degli special issue di MDPI. Sempre nel 2023 alcune riviste vengono cancellate da JCR (International Journal of Environmental Research and Public Health).
RIcordiamo che l’Italia è il terzo paese al mondo (dopo Cina e USA) per numero di articoli pubblicati su riviste MDPI e che l’Università di Milano è al quarto posto in Italia per numero di articoli pubblicati con questo editore. Dal 2020 al 2022 il numero di articoli MDPI finanziati da UNIMI cresce da 149 a 246 (fonte OpenAPC) nel 2023 il numero scende a 94 e nel primo semestre 2024 siamo a 31. Dal 2020 al 2022 Le pubblicazioni di articoli di Frontiers finanziate da UNIMI crescono da 33 a 78, nel 2023 scendono a 48 e nel primo semestre del 2024 a 18.
Un articolo apparso sul sito di Clarke & Esposito fa il punto esattamente su questa ascesa e caduta (assolutamente evidente dai dati) e cerca di capire verso quali sedi si sono spostati i ricercatori che hanno abbandonato Frontiers o MDPI.
As to where the papers are going, the big winners so far are the two biggest publishers: Elsevier and Springer Nature. Elsevier is up 14% and Springer Nature up 17% in publication output in the first half of 2024. ACS appears to be on an upward trend as well, growing by over 12% year-on-year.
In particolare i megajournals come Cureus, Nature Communications e Scientific reports o PLoS One sembrano aver beneficiato del declino di Frontiers, MDPI e Hindawi. Gli altri beneficiari di questo terremoto sono le riviste ibride. Frontiers e MDPI si trovano ora in una posizione precaria, perché la riduzione delle entrate si accompagna alla necessità di una maggiore attenzione agli aspetti etici e quindi a tempi molto più lunghi di revisione.
E’ difficile dire come evolverà la situazione, certamente lo spostamento delle scelte delle sedi in cui pubblicare verso gli editori oligopolisti (altrettanto problematici, anche se purtroppo non così sotto la lente di ingrandimento) non sembra essere una soluzione, ma anzi, la replica di film già visti e rivisti.
In questo gli enti finanziatori della ricerca, ma anche le istituzioni dovrebbero assumere davvero un ruolo maggiormante proattivo e responsabile, tenendo conto che la ricerca scientifica serve in primo luogo alla società che la finanzia e quindi dovrebbe essere governata dalle regole della scienza e non da quelle del mercato. Siamo in un momento in cui gli strumenti alternativi ci sono tutti. Si tratta solo di decidere di utilizzarli.