Sarebbe del tutto incoerente produrre action plan su una valutazione della ricerca equa, inclusiva, trasparente, che tenga conto del multilinguismo e della multidisciplinarità, dei differenti canali di comunicazione dei risultati e della apertura di tutti gli aspetti connessi al ciclo della ricerca, e poi utilizzare informazioni su tale ricerca che provengono da banche dati chiuse, che non sono accessibili se non attraverso costosi abbonamenti, e le cui pratiche risultano in alcuni casi poco chiare e poco trasparenti.
Il nesso fra la sottoscrizione di ARRA (Agreement on reform of research assessment) e quella della Barcelona declaration on open research information è quindi molto stretto, anzi, anche se successiva la Dichiarazione di Barcellona e i suoi contenuti sembrano essere il prerequisito per l’attuazione degli action plan delle istituzioni.
Di questo parla l’intervista apparsa qualche giorno fa sul sito del progetto GraspOS in cui i tre ricercatori intervistati (Bianca Kramer, Janne Pölönen e Thanasis Vergoulis, rispettivamente rappresentanti della Barcelona Declaration, del progetto GraspOS e dello steering board di COARA) spiegano l’importanza del supporto ad un sistema di informazioni sulla ricerca aperto, fortemente interoperabile, facilmente utilizzabile anche dagli utenti finali che possa sostituire i costosissimi, opachi database proprietari.
Il collegamento fra i principi della Barcelona Declaration e COARA è esplicitato chiaramente nel testo della dichiarazione stessa
Ensure independence and transparency of the data, infrastructure and criteria necessary for research assessment and for determining research impacts
Stupisce dunque il fatto i firmatari della Barcelona Declaration non corrispondano affatto ai firmatari di ARRA, per questo si stanno costituendo dei gruppi di lavoro che possano favorire l’adozione, implementazione e l’uso di informazioni sulla ricerca aperte e riutilizzabili.