La Volkswagen Foundation, all’interno del proprio programma Open Up che prevede la distribuzione di grant fino a 400k euro a gruppi di due o tre ricercatori nell’ambito delle scienze umane e degli studi culturali, ha avviato un esperimento di peer review distribuita in cui chi applica si renderà disponibile in base alla propria expertise e seguendo regole che hanno lo scopo di evitare i confitti di interesse, a rivedere le proposte degli altri candidati.
L’esperimento ha un antecedente portato avanti dallo European Southern Observatory (ESO) in quel contesto venivano valutate le domande per avere slot di utilizzo del telescopio, dopo il trial ESO ha adottato formalmente la peer review distribuita.
La Volkswagen Foundation ha deciso di portare avanti un trial per cui da un lato le proposte sono valutate da un panel che poi manda una shortlist a revisori esterni, dall’altra invec le stesse proposte vengono valutate secono il modello di peer review distribuita (ogni proponente dovrà rivedere 4 o 5 proposte dei colleghi). Ogni proposta sarà rivista da dieci revisori secondo il modello di pper review distribuita e questo dovrebbe permettere di evitare revisioni “opportunistiche”. L’esprimento sarà svolto sotto stretto controllo, i risultati vrranno comparati con quelli della peer review tradizionale e i ricercatori che hanno applicato (e svolto la peer review) verranno poi intervistati per capire se questa modalità possa essere eatesa ad altri programmi.
Un articolo apparso su Nature descrive il trial e le possibili criticità.