Riportare la conoscenza scientifica nelle mani di chi la produce: dove sbaglia RFK jr.

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Dopo Karen Maex ed EUA, un contributo di oltreoceano apparso su Chronicle of higher education. Il titolo parla da sé: What RFK Jr. Got Right About Academic Publishing. The system no longer works for anyone except corporate publishers (Ringrazio Luca de Fiore per la segnalazione).

L’occasione del commento apparso sul Chronicle è la decisione da parte del governo americano, su suggerimento di RFK jr. di avviare la pubblicazione di proprie riviste scientifiche, vale a dire non più governate dagli interessi commerciali bensì da quelli politici.

Dalla padella nella brace verrebbe da dire.

Tuttavia il punto di partenza è corretto. Il sistema dell’editoria scientifica saldamente in mano ad un oligopolio di editori commerciali presenta forti inefficienze, causa disuguaglianze ed è fortemente orientato al profitto, con costi per pubblicare che raggiungono i 12000 dollari (Nature).

Non è sempre stato così, una forte virata verso il profitto si ha con la comparsa di Robert Maxwell che rende l’editoria scientifica una attività produttiva fra le più vantaggiose (molto più che i colossi del web come Google o dell’informatica come Microsoft ad Apple).

Ai costi sostenuti dalle istituzioni (per leggere e per pubblicare), si aggiungono quelli degli enti finanziatori

Agencies like the National Institutes of Health and the National Science Foundation spend billions on research, only for the findings to be locked behind expensive paywalls. Authors are often required to surrender copyright to publishers, losing ownership of their publicly funded work. Taxpayers fund research, universities pay faculty to conduct it — and both must pay again to access the results.

L’open access nella versione degli editori commerciali (gold open access) ha ulteriormente complicato la situazione, aumentato i costi e accresciuto le disuguaglianze.

While meant to democratize access, APCs created new barriers for researchers and allowed commercial publishers to retain dominance

L’autore dell’articolo su The Chronicle of higher education, professore a Stanford e già associate director del NIH, definisce quattro grossi problemi dell’editora scientifica:

La peer review (difficoltà a trovare revisori, mancato riconoscimento e inaccuratezza legata spesso a scarsità di tempo).

Le APC che costringono a recuperare fondi anche ricercatori molto giovani e privi di finanziamenti

La formattazione degli articoli (ogni volta diversa) che richiede tempi lunghi e che non aggiunge nulla al contenuto

L’accesso chiuso che impedisce una disseminazione ampia delle ricerche.

La soluzione a questi problemi e inefficienze non è quella di creare un pacchetto di riviste curato dal governo, ma guarda caso quella di basarsi su infrastrutture pubbliche governate dalla comunità scientifiche.

The solution is not federal control as suggested by Kennedy, but rather university-led publishing grounded in academic values and supported by modern infrastructure.

E così si torna al discorso di Karen Maex (Protect independent and public knowledge)

In un sistema di questo tipo revisori ed editors sono ricompensati per il loro lavoro, in temini di riconoscimento della attività per gli avanzamenti di carriera o di riduzione di certi carichi istituzionali, le infrastrutture sono gestite dalla istituzioni (anche in forma consortile) e tutte le pubblicazioni sono messe a disposizione ad accesso aperto.

I fondi ci sono già nel sistema, ma vanno ridirezionati.

This model will require investment, but the funds already exist — locked up in excessive publisher fees. Universities and research institutions currently spend hundreds of millions annually on subscriptions and APCs. Redirecting even a portion of that spending to support in-house publishing could drastically reduce costs and improve access. Commercial publishers enjoy profit margins of 30-40 percent. By eliminating those margins, a university-based system could offer high-quality publishing at far lower cost.

Se la soluzione prospettata da Kennedy è totalmente sbagliata il punto di partenza è del tutto corretto

The current system no longer works for anyone except corporate publishers. Rather than replacing private publishers with a government-run platform — which raises concerns about political interference — we should empower academic institutions to reclaim control over scholarly communication.

Abbiamo la tecnologia, abbiamo l’expertise, abbiamo i fondi. Ciò che manca è la volontà di costruire un sistema

 that serves science rather than exploits it